Intervista a Francesco Colelli, fondatore del movimento politico “Noi Vibo Viva”.
1)Francesco Colelli, tu sei stato un dirigente regionale e nazionale dei comunisti italiani, cosa ti ha spinto a lasciare il partito di Diliberto?
Quella di militare in un partito, che si rifà a radici culturali di lotta al servizio delle classi subalterne, è un qualcosa che ti forma, aldilà di tutto.
Trovarsi, giorno dopo giorno, al fianco di persone che, ancora oggi credono in un ideale e non solo in una persona (che sia Grillo, Berlusconi, ecc.) ti da la possibilità di aprire la tua visione politica e sociale, acuendo la capacità di analisi politica secondo un senso critico che sia, il più possibile, coerente e incondizionato.
è proprio questo che negli ultimi tempi ci era venuto a mancare all'interno del PdCI. Le scelte, anzi che essere fatte in funzione dell'idea venivano "impacchettate" in funzione dei singoli, in funzione di quei "potentati" locali e nazionali che, con fare "gattopardesco" hanno mosso migliaia di militanti come fossero pacchetti di voti: oggi si vota Vendola, domani Bersani, dopodomani Ingroia, in parlamento...a tutti i costi!!! Poco importano le differenze di vedute su temi cruciali (lavoro e università, giusto per dirne due), l'importante è accontentare "i culi prensili"(per dirla alla Grillo) che vogliono, a tutti i costi, riaggrapparsi a quelle poltrone che non vedono da troppo tempo. in realtà, quello che più mi ha spinto a lasciare è stata la fine della democrazia interna, la fine del confronto.
2)Di recente, insieme ad altri giovani hai dato vita al movimento politico "noi Vibo viva". Quali sono i principali fini che vi siete prefissati di raggiungere?
Fare politica, a mio avviso, è alla base di una società virtuosa. Fare politica in modo nuovo, fresco, senza secondi fini, impegnandosi per la crescita culturale, civile ed economica del proprio territorio. Il fine principale, che poi è quello che potrebbe aprire scenari interessanti, è quello di riavvicinare in particolare i giovani all'impegno politico, troppo spesso emarginati e COSTRETTI all'apatia, per poi essere rispolverati, temporaneamente, nelle campagne elettorali e, alla fine delle stesse, rimessi a riposo per altri cinque anni.
Quello che ci siamo prefissati nei primi incontri è di aprire delle attente analisi di studio, reale, sulle problematiche del nostro territorio, per avere, di volta in volta, un quadro clinico approfondito e mai approssimativo, per poter parlare con cognizione di causa e non per slogan.
3)Come movimento, pensate sia indispensabile una concertazione con le altre forze politiche e associazionistiche presenti nel territorio vibonese ?
Più che di concertazione inizierei a parlare di confronto. Confrontandosi si può capire se gli obbiettivi finali sono comuni oppure no, senza secondi fini dall'una o dall'altra parte. Dopo un buon confronto si può iniziare a concertare. Ad esempio, di recente, abbiamo avviato una collaborazione con il "forum delle associazioni" sulla questione legata al vergognoso problema dell'acqua nel nostro territorio; è un inizio.
4)In un "Agenda Vibo", quali debbono essere secondo te i primi punti all'ordine del giorno?
Mi interesso di politica, nella mia città, da quando avevo 14 anni e ogni qualvolta veniva fatta questa domanda al politico di turno la risposta era sempre la stessa, indipendentemente dallo schieramento politico: PSC (Piano Strutturale Comunale), turismo, lavoro. Un "tema a piacere" puntualmente disatteso da tutti.
Ti sembrerà strana la mia risposta ma al primo punto di un "Agenda Vibo" metterei quello di "Umanizzare" la politica.
Questo perchè , chiunque sia stato eletto in questi anni, è come se fosse asceso ad una sorta di "Olimpo", finendo immediatamente di rispondere ai bisogni della gente per asservirsi agli interessi delle lobby di potere, principalmente massoniche, che da sempre sono il "governo ombra" di questa città. Le assemblee popolari dovrebbero essere obbligatorie, con cadenza mensile. Le migliori idee per il rilancio di questo territorio le ho sentite per strada, tra le persone comuni, non nei sommi simposi che, quotidianamente, affollano le sale convegni vibonesi.
E’ questo che intendo per "Umanizzazione", rimettere al centro il popolo e mettere da parte quello che Banfield chiamerebbe il "Familismo amorale" più bieco.
Poi, per essere pratici, si dovrebbe partire dal nostro tesoro: tutela, salvaguardia e, soprattutto, valorizzazione del patrimonio artistico-archeologico-culturale del nostro territorio.
5)La nascita quotidiana di movimenti, liste civiche, associazioni, in sostituzione ai partiti tradizionali secondo te a cosa è dovuto? Pensi che bisogna superare la forma partitica, o ti auguri un "Ritorno alle origini"?
In larga parte ti ho risposto già nella prima domanda. Io credo, fermamente, nella forma partitica. Non credo, invece, in quello che i partiti sono diventati. Non credo nell'impostazione personalistica dei partiti. Quando il partito ruota attorno ad un nome la fase ciclica è destinata a consumarsi in un tempo relativamente breve. Gli esempi potrebbero essere sterminati: Mussolini, Berlusconi, Di Pietro, ecc., finiti gli uomini, finito il partito.
Un po’ come se in Inghilterra il Labour party finisse con l'eclissarsi di Tony Blair o di Gordon Brown.
Quello della ricerca sfrenata del CAPO è un vizio antropologico tutto italiano che, per dirla con le parole di Piero Gobetti: “Il mussolinismo è [...] un risultato assai più grave del fascismo stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza". Come puoi vedere, cambia "L'ismo" ma l'attuabilità della frase è di facile collocazione in ogni fase temporale della storia politica italiana.
6)Che ruolo devono avere secondo te i giovani nella politica del vibonese, e più in generale della nazione?
Centrale! anche se dire giovani è troppo generico...
ho conosciuto ragazzi più vecchi dei novantenni, soprattutto nel modo di pensare. Dire che i giovani sono il futuro è un po’ come parlare per stereotipi, è un poco come dire: "i meridionali sono tutti mafiosi" o "gli stranieri sono tutti assassini".
I giovani si, pur che abbiano contenuti.
7)"Noi Vibo viva" , candiderà propri esponenti alle prossime elezioni comunali?
Penso che la fase primordiale, che è quella che stiamo vivendo, non lasci, per ora spazio ad una risposta decisa.
Certo, quando si crede in quello che si fa si punta in alto.
Noi pensiamo di avere ottime idee per questo territorio, è chiaro che per attuarle abbiamo bisogno di crescere. Non sarà facile ma i presupposti ci sono tutti.